Elisabetta Fagiuoli & Montenidoli a San Giminiano

“Il valore del territorio, la tradizione ed il lavoro, …” Ecco cosa motiva giornalmente Elisabetta Fagiuoli, una persona che ama definirsi servizio del territorio di Montenidoli.

Una decina di anni fa chiedemmo ad un enotecario della costa toscana quale azienda visitare a San Gimignano, ci consigliò una visita presso l’azienda Montenidoli, ma, non essendo presente sulle guide da noi allora consultate, la nostra scelta fu diversa; mamma mia che errore.

Qualche anno più tardi la ritroviamo su note riviste enoiche d’Oltralpe, celebrata come “donna del territorio” a fianco di nomi da brivido: Pierre MoreySylvain PitiotAnne LeflaiveThierry BrouinDominique LafonJean-Marc RoulotFrédéric Lafarge, … Forse più conosciuta in Francia che in Italia non fa parte dei grandi circuiti mediatici e di distribuzione. Non ama i compromessi, inflessibile nelle scelte, con le idee ben chiare e determinata a far conoscere le complessità della vernaccia e del sangiovese di Montenidoli. Si, perché i suoi vini uniscono alla componente varietale la forte impronta territoriale di questa frazione di San Gimignano.

Montenidoli prima di essere un’azienda viticola corrisponde a uno dei più alti territori alle porte di San Gimignano, colline ancora ricoperte da sedimenti calcarei lasciati dal ritiro del Mar Ligure varie ere geologiche fa. Furono gli Etruschi per primi a scoprire questo tesoro piantandovi le vigne, seguiti dai Romani e dai Cavalieri Templari. Poi, dal 1965, furono Elisabetta Fagiuoli e i suoi famigliari a chinarsi su questa terra e ad interrogarla: continuando a scoprire le sue ricchezze.

I vigneti si snodano sulle pendici del poggio ad ovest del comune dove possono godere dei primi raggi mattutini. La difesa dei vigneti è affidata ai metodi della coltura biologica, anche se si guarda con attenzione a quelli biodinamici. Dunque non si sono mai utilizzati diserbanti e prodotti chimici, una vera festa per la vita micro-biologica dei suoli. Tutte le operazioni in vigna sono finalizzate all’ottenimento di uve sane e di perfetta maturazione, sia dei mosti che fenolica. Dopo le selezioni le uve subiscono le varie trasformazioni solo con l’ausilio di lieviti indigeni cercando d’interpretare al meglio il carattere dell’annata.

Le tradizioni sono rispettate al massimo, gli impianti sono lavorati esclusivamente con quelle varietà che hanno fatto la storia di San Gimignano e della Toscana: vernaccia, trebbiano, malvasia bianca, sangiovese e sanaiolo. Si è resistito all’invasione dei vitigni provenienti d’Oltralpe, quindi nessuna concessione alla standardizzazione.

I vini di Montenidoli

Il Vinbrusco, prodotto esclusivamente nella zona di San Gimignano con uve di trebbiano e malvasia, un vino contadino, abbastanza rustico e appunto un pò “brusco”.

Il Canaiuolo, un rosato di sole uve canaiolo, “un momento di felicità, l’aperitivo che apre gli animi alla comunicazione, un bicchiere che toglie la sete, …”

Il Templare, celebra la presenza, nel Medioevo, dei Cavalieri Templari a Montenidoli e l’abitudine di consumare il vino durante le loro celebrazioni religiose. Ognuno aveva la facoltà di determinare la quantità di vino da consumare per togliere il freddo dal corpo, dal cuore e dalla mente. Raggruppa vernaccia (70%), trebbiano gentile (20%) e malvasia bianca (10%). Un vino maturo e complesso che sfuma su note d’agrumi, minerali, balsamiche e speziate; ha una buona grassezza, equilibrio e una piacevole salinità, quello che stupisce è la capacità di esprimersi sui 5-7anni.

La Vernaccia è da sempre il vino bianco tipico di San Gimignano dove trova le condizioni adatte ad esprimere il proprio carattere, vini  strutturati, minerali e longevi. A Montenidoli sono ben tre le versioni in purezza. Benché la base di partenza sia la stessa sono lavorate con metodologie diverse e di conseguenza i vini ottenuti sono di personalità diversa. La Vernaccia Tradizionale è l’approccio più immediato con questo vitigno, le percezioni aromatiche di ginepro, balsamiche ed erbe aromatiche. Il vino ha un buon volume, morbido e caldo, una rapida evoluzione ci porta su note saline con un finale asciutto e di media lunghezza. Vernaccia di San Gimignano Fiore è un vino che apre le sue complessità ad una temperatura un tantino più elevata; è fresco, decisamente minerale ed evidenzia aromi di pera Wiliamm, salvia, pepe bianco e floreali. L’attacco è cremoso, si sviluppa con tensione e nervosità sfociando in un finale contraddistinto da un’importante salinità, da una percettibile astringenza e da una nota iodata. Una grande espressione di questo territorio che và affermandosi di anno in anno. 1998, 2004, 2007, la Vernaccia di San Gimignano Carato sà garantire carattere soprattutto con il passare del tempo, un’eleganza che lo avvicina oramai alle migliori espressioni 1er cru della Côte des Bancs. Esagerati ? non pensiamo proprio. Il riposo del vino per dodici mesi sui lieviti in piccoli fusti di rovere apportano cremosità e complessità, una totale fusione di aromi di grande classe. Grande vino !

Montenidoli rientra nell’area geografica del Chianti dei Colli Senesi, qui è ancora prodotto come il Barone Ricasoli lo aveva concepito nel lontano 1835 cioè formato da un blend di sangiovese, canaiolo e completato da uve bianche come la malvasia e il trebbiano. Tradizioni che hanno resistito al cambiamento del disciplinare di produzione che oggi autorizza anche l’uso di merlot e cabernet sauvignon. Questa formula permette al Garrulo di esaltare la freschezza e la fragranza. Il suo nome deriva dal Garrulus, l’uccellino impertinente, che viene a passeggiare sui tetti di Montenidoli, durante l’inverno. Il vino è fruttato, fresco e delicato nel tannino, sapido e lungo nel finale. Da berne a secchi. Il Montenidoli è un Chianti Colli Senesi di maggiore struttura che unisce sangiovese e canaiolo. È un Chianti figlio della tradizione, cioè dotato di vigore e di una certa rusticità. È ricco di materia e acidità, fruttato, terroso, mentolato, salino e con il tempo speziato. Le migliori uve sangiovese sono destinate al Sono Montenidoli, un vino ambizioso delegato a rappresentare lo spirito della sua terra, Montenidoli. Il “Sono” rappresenta alla perfezione la filosofia di Elisabetta Fagiuoli: è terroso, ricorda la china, lo sciroppo di cassis, le more, complesse sfumature speziate rinfrescate da erbe aromatiche. In bocca è un’esplosione di sensazioni, ha carica e ricchezza di materia, ma per nulla in eccesso. La notevole acidità sostiene alla grande i 14.5° alcolici, conferendogli buona beva. È carnoso, saporito e molto persistente. Oggi si apprezza ancora uno stupefacente ’98.

I vini di Montenidoli non possono che entusiasmare gli appassionati dei vini diversi e originali.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Flavio Bruschi ha detto:

    Ahaaaaaaaa…. solo ora che note riviste enoiche d’Oltralpe la celebrano al fianco dei ” vostri” eroi borgogoni – veramente nomi da brivido – ed averla visitata, vi accorgete di questa donna 🙂
    Bevo Elisabetta da una decina d’anni e ne avevo pure parlato con uno di voi due.
    “Carato” e “Sono Montenidoli”, veramente delle eccellenze, roba da urlo di gioia!!!

    Complimenti per quanto fate e per come lo fate.
    Ciao e a presto.
    Flavio

    1. Stefano & Giorgio ha detto:

      …. non da ora caro Flavio, Nonsolodivino l’aveva glà celebrata in una serata del Club nel 2007 con Paolo Basso e incontrata in quegl’anni al Vinitaly. Concordo sulla grandezza del personaggio e dei vini, sarebbe da riproporre la serata, magari l’anno venturo 🙂
      Tra l’altro domani saremo in partenza verso la Borgogna alla scoperta di nuove piccole aziende.
      Un caro saluto
      Stefano

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