La viticoltura eroica di Daniele Coutandin in Val Chisone

Dimenticate le grandi cantine, attrezzate e strutturate, dimenticate i vini super eleganti e morbidosi, identici ogni stagione e senza anima. Immaginatevi, invece le vallate dell’Alto Piemonte quelle che ci portano verso la Francia, caratterizzati da vigneti scoscesi dove la loro coltivazione diventa un’opera eroica. Ecco, questa è la realtà dove Daniele Coutandin svolge la propria attività quotidiana.

Le immagini sono indispensabili per ricreare l’atmosfera della Val Chisone (foto di Luigi Cremona, pubblicata su Porzioni Cremona)

Parlo con i genitori di Daniele Coutandin (la pronuncia corretta è un misto tra dialetto regionale e francese), persone semplici per niente tecnici ne di vinificazione ne di degustazione, ma persone che con le loro parole trasmettono tante passioni e amore per il loro lavoro. Ci troviamo nel Pinerolese, sulla strada che porta al Sestrière e poi in Francia. I comuni che ospitano i vigneti sono Perosa Argentina e Pomaretto, situati ad altezze elevate e varianti tra i 650 e gli 800 metri.

L’azienda, nata nel 1997, ha recuperato piccoli fazzoletti di terra in precedenza destinati all’abbandono. Sono sparsi sulle pendici della montagna e incastonati tra i boschi, condizioni che creano una vita microbiologica tutta a favore delle viti. I suoli sono formati da terrazze con un dislivello da brivido, in acune zone raggiungono il 90% dipendenza, motivo per cui si è dovuto costruire una monorotaia per poter adempiere ai lavori in vigna. La coltivazione avviene con metodi naturali, senza l’uso di diserbanti o concimi chimici, quindi nel pieno rispetto delle piante, dei terreni e delle diverse forme di vita. Ancor oggi la superficie e la produzione sono limitatissime: poco meno di 1 ettaro per circa 2’600 bottiglie annue.

La monorotaia utilizzata per il trasporto del materiale e delle vendemmie (foto di Luigi Cremona, pubblicata su Porzioni Cremona)

Le varietà usate ? Salvo la Barbera, sconosciute. Batta un colpo chi conosce l’Avanà, l’Avarengo, il Neretto o il Bequet ! Uve che trovano una regolare maturazione verso la metà di ottobre. I vini prodotti sono due: RamìeBarbichè. Sono originati da un assemblaggio delle varietà elencate in precedenza, ma con una maggiore percentuale di Barbera per il Barbichè.

RAMÌE 2008, è un vino sostenuto da una bella acidità e, grazie a una concentrazione non imponente, con una forma slanciata. Un vino che riconduce al carattere acido dei terreni e alle elevate escursioni termiche della zona. Gli aromi sono di frutta rossa, liquirizia, erbe di montagna e speziati. RAMÌE 2007, presenta un maggior grado di volume e morbidezza, con una percezione tannica più marcata; si sviluppa con una bella energia. Sono evidenziate note selvaggie di cuoio e pellame. BARBICHÈ 2007, è un Vino da Tavola quindi il millesimo non è riportato in etichetta. È invitante, fresco, minerale e fragrante. Il suo carattere è piuttosto rustico, ma questo piace perchè conferisce vitalità al vino.

Cosa piace di questi vini ? La loro sincerità e quel lato artigianale che li accompagna.

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Daniele Coutandin ha detto:

    Queste sono parole che mi spingono ad andare avanti in questo durissimo lavoro!

    1. Stefano ha detto:

      Un bocca al lupo per questo “duro” lavoro.

  2. fabriziodepascale ha detto:

    complimenti!

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